I fiori mi dicono addio,
Scrollando in giù le corolle,
Perch’io mai più rivedrò
Il suo volto e il paese natio.
Non importa, mia cara, non importa!
Li ho visti ed ho visto la terra,
E accolgo questo brivido tombale
Come se fosse una nuova carezza.
E poiché penetrai l’intera vita
Passandole dinanzi sorridendo,
Mi dico ad ogni istante
Che a questo mondo tutto si ripete.
Verrà un altro, e che importa! La tristezza
Non cancella chi parte: per la donna
Abbandonata e cara comporrà
Il successore un canto ancor più bello.
E nel silenzio ascoltandolo
Dal nuovo amante l’amata,
Di me può darsi si ricorderà
Come di un fiore che non si ripete.
Цветы мне говорят — прощай,
Головками склоняясь ниже,
Что я навеки не увижу
Ее лицо и отчий край.
Любимая, ну, что ж! Ну, что ж!
Я видел их и видел землю,
И эту гробовую дрожь
Как ласку новую приемлю.
И потому, что я постиг
Всю жизнь, пройдя с улыбкой мимо, —
Я говорю на каждый миг,
Что все на свете повторимо.
Не все ль равно — придет другой,
Печаль ушедшего не сгложет,
Оставленной и дорогой
Пришедший лучше песню сложит.
И, песне внемля в тишине,
Любимая с другим любимым,
Быть может, вспомнит обо мне
Как о цветке неповторимом.
«Arrivederci, amico mio, arrivederci, / Tu sei nel mio cuore. / Una predestinata separazione / Un futuro incontro promette. Arrivederci, amico mio, / Senza strette di mano e parole, / Non rattristarti e niente / Malinconia sulle ciglia: / Morire in questa vita non è nuovo, / Ma più...»
«Mi sono un monumento eretto non di mano umana, / ad esso il popolare sentiero non andrà perduto, / s’è levato più alto colla superba fronte / della colonna d’Alessandro. Non morrò tutto – l’anima nella riposta lira / vivrà oltre il mio cenere e fuggirà la corruzione, – / e...»
«Amo i tuoi occhi, amica mia, / E il loro gioco d’incanto e di fuoco, / Quando, d’un tratto, tu li sollevi / E come un lampo nel cielo / Rapida intorno ti guardi... Ma vi è un incanto ancor più intenso; / Quando nei tuoi occhi chini, / Nel momento del bacio appassionato, / ...»
«Notte, strada, fanale, farmacia / una luce assurda ed appannata, / pur se ancora vivrai venticinque anni — / sarà sempre così, non c’è rimedio. Tu morirai, comincerai di nuovo, / e tutto riaccadrà, come una volta: / gelido incresparsi del canale, / Notte, farmacia, strada, fanal»