Per amore della risonante audacia dei secoli a venire,
per amore dell’eccelsa schiatta umana
mi son negato la coppa del brindisi al festino dei padri
e l’allegria e il mio stesso onore.
Dietro di me avverto il balzo dell’èra sgozzalupi, ma sangue
di lupo io non ho, e se non vuoi che m’azzanni,
ficcami come un berretto nella manica della calda pelliccia
che ricopre le steppe siberiane…
Perché io non veda il pauroso né la molle sozzura
né le ossa lorde di sangue nel giro della ruota,
e tutta notte, nella loro primigenia bellezza,
rifulgano per me le volpi azzurre,
portami via nella notte dove scorre il fiume Eniséj
e a sfiorare una stella si leva il tronco del pino,
giacché non ho sangue di lupo e solo chi m’è
uguale può farsi anche mio assassino.
За гремучую доблесть грядущих веков,
За высокое племя людей, —
Я лишился и чаши на пире отцов,
И веселья, и чести своей.
Мне на плечи кидается век-волкодав,
Но не волк я по крови своей:
Запихай меня лучше, как шапку, в рукав
Жаркой шубы сибирских степей...
Чтоб не видеть ни труса, ни хлипкой грязцы,
Ни кровавых костей в колесе;
Чтоб сияли всю ночь голубые песцы
Мне в своей первобытной красе.
Уведи меня в ночь, где течет Енисей
И сосна до звезды достает,
Потому что не волк я по крови своей
И меня только равный убьет.
«Dolce amica, non credo alle tue / parole, ai tuoi sensi, ai tuoi occhi / e neppure a me stesso, soltanto credo / alle stelle che splendono in alto. Per un sentiero làtteo le stelle / mi mandano sogni infallibili / e nel deserto sconfinato allevano / per me fiori celesti. E in quell’...»
«Fra i mondi, nello sfarfallio raggiante / d'unica Stella sol ripeto il nome... / e non perche' di lei io sia l'amante, / ma d'altri peno il sopportar, eccome! E se il pesante dubbio ha spento il faro, / solo presso di lei risposta agogno, / e non perche' da lei si faccia chiaro, / ...»
«E di alberi un mazzo antico / Puškin Sono cresciuta in un silenzio ricamato, / nell’asilo freddo del giovane secolo. / Il parlar degli uomini non mi era caro, / ma chiaro era per me del vento il fiato. / Amavo le ortiche, i fiori di bardana, / ma più di tutti il salice argentato. / ...»
«Sentirai il tuono e mi rammenterai, / penserai: desiderava la bufera… / Sarà una striscia di cielo accesa di rosso, / e il cuore come allora in fiamme. / E ciò accadrà nel giorno moscovita / in cui abbandonerò per sempre la città, / muoverò verso il bramato riparo, / lasciando ...»