Nell’ora che precede la sera,
nella nebbia di vecchie strade
talvolta ci viene incontro
il suono dimenticato di una chitarra.
Hanno aperto la porta
di una sala da ballo?
O qualcuno alla finestra
bacia una bella donna?
Su questo lastricato
riecheggia come un tempo −
antica nostalgia
di felicità e speranza.
Un altro ora la suona
nell’ora del tramonto,
ma è rimasta quella
che era un tempo.
E tu? Più veloci dell’onda del fiume
sono passati gli anni,
e tu ami come sempre,
sei ancora più fedele,
sei ancora più tenero
che ai primi appuntamenti,
e più tormentoso è il tuo ardore,
più tormentose le tue confessioni.
В предвечерний час,
В тумане улиц старых
Порой плывет на нас
Забытый звон гитары.
Или открыли дверь
Оттуда, где танцуют?
Или в окне теперь
Красавицу целуют?
Над этой мостовой
Она звенит, как прежде,
Старинною тоской
По счастью и надежде.
Ее поет другой
Теперь в часы заката,
Она осталась той,
Какой была когда-то.
А ты? Прошли года
Речной волны быстрее,
Ты любишь, как всегда,
Ты стал еще вернее,
Ты стал еще нежней,
Чем в первые свиданья,
Твой жар мучительней,
Мучительней признанья
«Nella cabina del telefono, / una bambina gela al freddo: / nel cappottino intirizzito / nasconde il viso che le lagrime / sbaffano tutto di rossetto. Soffia dentro le palme magroline. / Le dita son ghiacciuoli. Ai lobi, orecchini. Se ne dovrà tornare sola sola / per tutto il ghiaccio ...»
«I tuoi denti sono audaci. / Hanno il sogghigno d’un coltello. / E ronzano come calabroni / i tuoi occhi d’oro. Ci allontaniamo pian piano dall’izba. / L’erba ci giunge alle orecchie. / Tu mi predici un rabbuffo / dai parenti, dagli amici. Non sei affatto una monaca, / benché...»
«Cammini, a me somigliante, / gli occhi puntando in basso. / Io li ho abbassati — anche! / Passante, fermati! Leggi — di ranuncoli / e di papaveri colto un mazzetto / — che io mi chiamavo Marina / e quanti anni avevo. Non credere che qui sia — una tomba, / che io ti apparir...»
«La spensieratezza e' un caro peccato, / caro compagno di strada e nemico mio caro! / Tu negli occhi m'hai spruzzato il riso / e la mazurka mi hai spruzzato nelle vene. Poiché mi hai insegnato a non serbare l'anello, / con chiunque la vita mi sposasse. / A cominciare alla ventura - d...»