«Là gettò l’ancora una tranquilla città / e si fece vascello immobile, / tutt’intorno allargò le sue rive / e trasfigurò ogni cosa attorno. E ora gli alberi maestri concentrano / il loro incantevole ardore / e guardano il buio, e conficcano nel buio / il rabesco che scintilla. ...»
«Non dedicarmi troppo tempo, / non pormi tante domande. / Non sfiorare la mia mano / con i tuoi occhi buoni, fedeli. Non seguirmi in primavera / lungo le pozzanghere. / Lo so: una volta ancora, nulla / verrà fuori da questo incontro. Forse pensi: è per superbia / che non mi vuole a...»
«Nero e duro distacco / che io sopporto al pari di te. / Perché piangi? Dammi meglio la mano, / prometti di ritornare in sogno. / Noi siamo come due monti… / non ci incontreremo piú a questo mondo. / Se solo, quando giunge mezzanotte, / mi mandassi un saluto con le stelle.»
«Io sono al fondo, sono un triste frantume, / sopra di me l’acqua verdeggia. / Ma non vi sono strade per uscire / dalle pesanti tenebre di vetro. Rammento il cielo, i zigzag del volo, / il bianco marmo con la sua vasca, / rammento il fumo degli zampilli, / tempestato di azzurro fuocoâ€...»