Oh, amata, tu non vedi
come ciò che noi vediamo
è un’ombra, un riflesso
dell’arcano, del non visto?
Oh, amata, tu non odi
che lo strepito del mondo
è un’eco difformata
di accordi trionfali?
Oh, amata, tu non senti
che nel mondo non esiste
che quel saluto muto
che un cuore volge all’altro?
Милый друг, иль ты не видишь,
Что все видимое нами —
Только отблеск, только тени
От незримого очами?
Милый друг, иль ты не слышишь,
Что житейский шум трескучий —
Только отклик искаженный
Торжествующих созвучий?
Милый друг, иль ты не чуешь,
Что одно на целом свете —
Только то, что сердце к сердцу
Говорит в немом привете?
«I tuoi denti sono audaci. / Hanno il sogghigno d’un coltello. / E ronzano come calabroni / i tuoi occhi d’oro. Ci allontaniamo pian piano dall’izba. / L’erba ci giunge alle orecchie. / Tu mi predici un rabbuffo / dai parenti, dagli amici. Non sei affatto una monaca, / benché...»
«Cammini, a me somigliante, / gli occhi puntando in basso. / Io li ho abbassati — anche! / Passante, fermati! Leggi — di ranuncoli / e di papaveri colto un mazzetto / — che io mi chiamavo Marina / e quanti anni avevo. Non credere che qui sia — una tomba, / che io ti apparir...»
«La spensieratezza e' un caro peccato, / caro compagno di strada e nemico mio caro! / Tu negli occhi m'hai spruzzato il riso / e la mazurka mi hai spruzzato nelle vene. Poiché mi hai insegnato a non serbare l'anello, / con chiunque la vita mi sposasse. / A cominciare alla ventura - d...»
«Un bianco sole e basse, basse nubi, / lungo gli orti — dietro il muro bianco — un cimitero. / E sulla sabbia file di spauracchi di paglia / sotto le traverse a statura d'uomo. E, penzolandomi oltre i paletti dello steccato, / vedo: strade, alberi, soldati sbandati. / Una vecchia...»