Dopo una notte insonne si fa debole il corpo,
gentile diventa e non suo, — di nessuno.
Nelle vene lente di nuovo gemono frecce —
e sorrisi alla gente, come un serafino.
Dopo una notte insonne si fan deboli le braccia
e profondamente indifferente e il nemico e l’amico.
L’arcobaleno intero — in ogni suono casuale,
e nel ghiaccio profumo di Firenze ad un tratto.
Dolcemente lucenti si fanno le labbra, e l’ombra più dorata
intorno agli occhi incavati. E’ la notte che ha acceso
questo lucentissimo viso, — e per la notte scura
in noi scuri si fanno soltanto — gli occhi.
После бессонной ночи слабеет тело,
Милым становится и не своим, — ничьим.
В медленных жилах ещё занывают стрелы —
И улыбаешься людям, как серафим.
После бессонной ночи слабеют руки
И глубоко равнодушен и враг и друг.
Целая радуга — в каждом случайном звуке,
И на морозе Флоренцией пахнет вдруг.
Нежно светлеют губы, и тень золоче
Возле запавших глаз. Это ночь зажгла
Этот светлейший лик, — и от тёмной ночи
Только одно темнеет у нас — глаза.
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«La spensieratezza e' un caro peccato, / caro compagno di strada e nemico mio caro! / Tu negli occhi m'hai spruzzato il riso / e la mazurka mi hai spruzzato nelle vene. Poiché mi hai insegnato a non serbare l'anello, / con chiunque la vita mi sposasse. / A cominciare alla ventura - d...»
«Un bianco sole e basse, basse nubi, / lungo gli orti — dietro il muro bianco — un cimitero. / E sulla sabbia file di spauracchi di paglia / sotto le traverse a statura d'uomo. E, penzolandomi oltre i paletti dello steccato, / vedo: strade, alberi, soldati sbandati. / Una vecchia...»