Di tutti che amavo
Nessun potro' disamare mai!
E l'amor leggero, all'improvviso
divien pesante, e si
siede nel profondo.
E laggiu', nell'anima, s'addensa
come vino interrato in cantina.
E non osare toglier tutto ciò
in quel profondo è salvato, rinforzato.
Lascia che stia, mutamente, sordamente, ciecamente,
Lascia che stia, e se si scatenasse
preferirei non esistere, non essere...
И всех, кого любил,
Я разлюбить уже не в силах!
А легкая любовь
Вдруг тяжелеет
И опускается на дно.
И там, на дне души, загустевает,
Как в погребе зарытое вино.
Не смей, не смей из глуби доставать
Все то, что там скопилось и окрепло!
Пускай хранится глухо, немо, слепо,
Пускай! А если вырвется из склепа,
Я предпочел бы не существовать,
Не быть...
«Amo i tuoi occhi, amica mia, / E il loro gioco d’incanto e di fuoco, / Quando, d’un tratto, tu li sollevi / E come un lampo nel cielo / Rapida intorno ti guardi... Ma vi è un incanto ancor più intenso; / Quando nei tuoi occhi chini, / Nel momento del bacio appassionato, / ...»
«Notte, strada, fanale, farmacia / una luce assurda ed appannata, / pur se ancora vivrai venticinque anni — / sarà sempre così, non c’è rimedio. Tu morirai, comincerai di nuovo, / e tutto riaccadrà, come una volta: / gelido incresparsi del canale, / Notte, farmacia, strada, fanal»
«Notte, strada, lampione, farmacia, / luce torbida e insensata. / Vivi pure ancora un quarto di secolo — / sarà sempre così. Non c'è via di scampo. Morirai — daccapo ricomincerai / e tutto si ripeterà come prima: / notte, il gelido incresparsi del canale, / strada, lampione, far»
«Sottile sei come cero del tempio, / l’occhio hai trafitto da spade d’amore. / Io non ti chiedo un sol bacio: in silenzio / vorrei deporre sul rogo il mio cuore. Io non ti chiedo una sola carezza: / t’offenderebbe la mia rozza mano. / Ma dal cancello ti guardo in purezza / rose di ...»